Occorre che l'immagine della nuova sede della Confindustria venga evidenziata senza perdere la memoria storica di Casa Betania che, dalla fine degli anni 30, è stata legata all'edificio stesso:
• a Casa Betania si accedeva da via Bersezio
• alla Confindustria si accede da via Bertano
• sul fronte di via Bersezio rimane la facciata di Casa Betania con il suo ingresso riservato
• sul fronte di via Bertano vi è la nuova facciata della Confindustria con il suo ingresso aperto alla città.
Su queste premesse il progetto si sviluppa semplicemente:
– a livello planivolumetrico si tratta di riempire il vuoto tra l'edificio esistente e via Bertano con un ampliamento che in larghezza rispecchi il corpo più largo su via Bersezio
– a livello di facciata il nuovo edificio, seppur ripercorrendo volumetricamente il blocco opposto e mantenendo delle facciate scarne da aperture, si presenta con materiali, partiture e composizione tali da evitare quelle mimesi che non permettono la lettura della conseguenzialità degli interventi sugli edifici;
– per maggiormente evidenziare la nuova funzione e stante l'estrema situazione vincolistica posta sull'edificio (non sono modificabili fronti, copertura, materiali di finitura sella copertura stessa, etc.), si è pensato di rivestire la parte centrale dell'edificio (tra il nuovo blocco su via Bertano e quello esistente su via Bersezio) con un muro vegetale e ciò al fine di mantenere quella necessità relativa alla memoria storica di Casa Betania e nel contempo di creare la nuova immagine dell'edificio della Confindustria.
Peraltro l'edificio, come si legge nella sua stratificazione, ha avuto interventi vari che (nell'urbanistica degli anni 70/80) possono ben essere definiti “superfetazioni”:
– il vano extracorsa dell'ascensore
– la scala esterna di sicurezza
– etc.
né la facciata pare avere “particolare pregio” così come lo è l'edificio nel contesto urbano di cui fa parte (attorniato da edifici residenziali più alti ed anche recenti). Si propone quindi, utilizzando l'ampliamento del 30% della S.U.L., senza ricorrere alla sopraelevazione, di rifare la copertura dell'interno edificio con lo stesso materiale di rivestimento della facciata dell'edificio nuovo (acciaio) in modo da maggiormente evidenziare la nuova funzione dell'edificio esistente ed evidenziando la contemporaneità dei nuovi spazi.
Con la nuova copertura vengono inglobati i blocchi a sporto dell'edificio esistente, il vano extracorsa dell'ascensore così raggiungerà il piano foresteria. Pure per il “Parco storico” esistente, principalmente segnato da semplici abeti oltre che da una serie di altre piantumazioni cresciute più per caso che su un disegno (anche botanico) preciso, si intende intervenire in modo drastico.
Un parco, quale è quello esistente, in cui non si leggono le matrici dei percorsi, solo restituite in parte dall'aerofotogrammetrico e che comunque nulla ha di “storico”. Un vincolo di parco che parrebbe impedire “sic et simpliciter” la realizzazione di interrati seppur con tutte quelle tecniche attuali che consentono di riavere le superfici piantumate e forse con piante “pregiate”. Nel progetto si prevedono nr. 49 posti auto interrati e nr. 5 a quota del piano terra.
Ma forse non è proprio così e comunque le indicazioni ai quesiti ripercorrono tale logica. La proposta presentata, mantenendo le precipuità sopraindicate relative ad evidenziare la contemporaneità dell'intervento nonché della nuova funzione che si prevede, risponde alle esigenze dettate dal bando ed in particolare le disposizioni dei vari servizi, ne ottimizza gli spazi nel pieno rispetto della costruzione esistente ed il necessario e funzionale collegamento con la parte in ampliamento con particolare attenzione alla fruibilità:
– accesso diretto del pubblico ai vari uffici aventi rapporti con il pubblico
– accesso separato per i dipendenti ed anche per la presidenza con diversificazione dei flussi (carrale e pedonale) oltre ad accessibilità separate per fornitori, etc. ed alle relative aree a parcheggio (nelle tavole grafiche vi è individuazione dei vari schemi).
Le zone ad ufficio, salvo per direzioni e responsabili, sono tutte ad open-space con all'interno un vano ad archivio corrente e copia racchiuso da pareti lignee.
Nell'individuazione dei vari spazi sono stati aggiunti:
– al piano seminterrato zona ristoro/dek utilizzabile anche come piccola mensa per i dipendenti o, alla necessità, quale ulteriore sala riunioni di servizio o sindacali e comunque è uno spazio utilizzabile dai dipendenti per l'abbisogna;
– una zona soppalcata all'ultimo piano dell'edificio esistente utilizzabile per le varie associazioni (giovani imprenditori, immobiliare, etc.) legata comunque alla parte di “Rappresentanza” dell'ente;
mentre per la sistemazione delle aree esterne è stata prevista soluzione di “rappresentanza” sia per l'ingresso su via Bertano (con fontana e vasca d'acqua sulla quale si rispecchia il MARCHIO-LOGOTIPO della Confindustria di Cuneo riflettendo quella parte specchiata insita nel marchio stesso) sia per il giardino liberandolo dall'esubero della piantumazioni e creando uno spazio a prato verde in cui vi è attrezzatura e pergolato per quelle manifestazioni che si dovessero tenere all'aperto oltre alla creazione di quei percorsi e di quegli spazi di sosta necessari per valorizzare sia lo spazio sia l'edificazione connessa.
Progettisti: arch. Diego Toluzzo (capogruppo), ing. A. Russo, F. Finazzi, arch. M. Pozzoni, geom. N. Sala