2013 - P.R. via Novara / via Varese Saronno (VA)

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Morfologicamente il nuovo edificio prosegue l'andamento dei due blocchi condominiali che si staccano dal Collegio Arcivescovile Castelli verso via Novara.

L'andamento di questi fabbricati è in gran parte lineare con lieve piegatura e relativo slargo solamente ove vi è incrocio tra parte di via Varese con la via Santuario mentre la nuova costruzione dovrà proseguire sul fronte della via Varese in allineamento con l'edificio a cui va a congiungersi (civico da 140 a 146), in continuazione con lo stesso.

Nella soluzione di P.R. l'edificio ha una piccola ala che chiude la facciata su via Novara lasciando quindi ancora una parte di facciata dell'edificio senza particolare significato.

È parso utile invece procedere con una sagoma che concludesse il nuovo edificio, una chiusura del blocco in proseguimento alla conformazione già costruita, quasi una testata che preclude ulteriori ampliamenti od aggregazioni (in una visione organica è come se si aggiungesse la testa ad un corpo che ne mancava).

Una testata che assiema lati e giunzioni mai ortogonali e che sporge, rispetto al piano terra in proseguimento sull'allineamento preesistente e con un volume che diventa tutt'uno con la copertura.

Mentre il piano terra, a destinazione commerciale, mantiene le finiture con lo stesso materiale dell'edificio adiacente, ai piani superiori il volume riprende unitariamente (facciate e tetto) la nuance dell'edificio sulla Piazza Santuario (civico n° 8)

Compositivamente le aperture si sfrangiano ed evitano ripetitività su tutti i piani.

Vi sono due riferimenti al contorno:
1) le facciate per la parte residenziale che si rifà all'edificio iniziale sulla Piazza ed il piano terra scandito dalle parti piene rivestite in pietra che separano le varie vetrine commerciali;
2) la finitura del piano terra gira su via Novara sino a raggiungere il confine e l'edificio a boxes del Collegio e con d'obbligo, visto il tipo di intervento e l'area/edificio attorno, l'altezza nonché tipo di copertura fondati sul fabbricato adiacente.

Per quanto concerne le altezze interne si è fatto riferimento al P.R. che indica per il piano terra un'altezza pari a mt. 4,20 e per i piani successivi h mt. 2,70 con solai di cm. 45 ed un'intradosso gronda, ultimo piano, a + 17,12 mt.

La copertura è stata tenuta a falde ma invece di quanto previsto nella soluzione del P.R. viene proposta a padiglione al fine di accentuare l'idea di "chiusura" del blocco in progetto rispetto alla parte di edificato a cui va a completamento.

Per mantenere la superficie di pavimento prevista dal P.R.G. (pari a mc. 4800 con altezza virturale di piano mt. 3,00) è stata rettificata la sagoma ma, tale lieve soluzione è in conformità al P.R. perché non comporta variante ai sensi delle normative vigenti.

Nell'ultima pagina della presente relazione, ove vi è altresì verifica dei costi così come previsto dal bando, vi è la verifica volumetrica e planimetrica mentre negli elaborati grafici vi saranno le verifiche in merito alle norme VV.FF. omettendo quanto al R.L.I. di cui vi è ottemperanza nelle ipotesi progettuali sia per le superfici commerciali al piano terra, sia per gli alloggi residenziali ai piani superiori.

In merito a questi ultimi è stata avanzata una proposta alternativa alle distribuzioni interne con tagli vari:
- mono e bilocale
- trilocale
- quadrilocale.

Con accorpabilità che hanno dato luogo ad un minimo di 17 e max 20 alloggi.

I tagli delle unità risultano quindi con superfici minori di quelli indicati nel P.R. (3 alloggi per piano) sia per evidenziare come, all'interno della superficie di piano stesso, si possono trovare alternative di aggregazione utili per diminuire le rispettive superfici di vendita in modo da rendere più accessibili le acquisizioni e senza nulla togliere al conto economico finale.

Sebbene è vero che aumentando il numero di alloggi è necessario un maggior numero di acquirenti è anche vero che riducendo il costo si aumenta il target degli stessi.

Negli interrati, che hanno superficie ridotta rispetto a quanto indicato nel P.R. vi sono comunque posti auto e cantine a sufficienza per le unità abitative.

Peraltro la soluzione proposta rispecchia affacci, localizzazione del vano scala, sistema di accessibilità pedonale e carrale nonché distribuzione generale dei vari piani in rispetto a quanto già avanzato dal P.R. salvo quelle "lievi modifiche" utili al miglioramento del progetto, della sua realizzazione, della sua commerciabilità, della sua funzionalità nonché del suo inserimento ambientale.

A livello di strutture si è prevista una soluzione a pilastri per il fuori terra e con muri di cantinato per l'interrato; il lato adiacente all'edificio esistente (a cui si collega) ha la parte cantinata arretrata al fine di evitare interferenze con le strutture esistenti interrate.

La rampa ai piani boxes è a norma del D.M. 01/02/1986 con larghezza pari a mt. 4,50 e raggio di curvatura pari a mt. 8,25 mentre le altezze interne sono superiori a mt. 2,40 e le areazioni sono in funzione dei sezionamenti (in ogni piano viene indicata la superficie di compartimentazione e relative areazioni).

La pendenza, della rampa, è inferiore a 20% e vi è uscita di sicurezza con scala a tenuta di fumo che, dai due interrati, raggiunge direttamente l'esterno.

Negli interrati trovano spazio, oltre ai boxes, le cantine e al piano terra, a fianco dell'ingresso pedonale e della rampa all'interrato, vi è accessibilità al locale immondezzaio ed al locale contatori comuni.

Si uniscono, all'interno della presente relazione ed al di là di quanto di possibile evidenziazione negli elaborati grafici, verifiche relative a:
- struttura (con evidenza della localizzazione pilastri)
- soluzione energetica e biocompatibilità.

L'orientamento dell'edificio è già definito e non è facile massimizzare l'irraggiamento solare e l'illuminazione naturale, favorendo allo stesso tempo la ventilazione naturale, si tenderà comunque a raggiungere la classe energetica A (standard ufficiale Cened della Regione Lombardia).

Il risparmio energetico e il contenimento delle emissioni inquinanti è stato raggiunto puntando sulle prestazioni energetiche dell'involucro, grazie a una mirata scelta dei materiali, alla forma compatta dell'edificio. Dell'involucro sono state ottimizzate in particolare le caratteristiche termofisiche degli elementi.

La trasmittanza delle murature di tamponamento dovrà dare valori molto ridotti grazie al doppio isolamento: i muri perimetrali prevedono pareti in muratura di tamponamento con rivestimento a cappotto e con sufficiente “massa d'inerzia termica” con uno spessore di 46 cm e trasmittanza pari circa a 0,20 W/m²K. Le caratteristiche costruttive consentono l'eliminazione dei ponti termici. Gli infissi hanno doppivetri bassoemissivi 8-16-4 mm, arrivano a valori di 1,6 W/m²K, inferiori ai limiti di legge.

Le prestazioni dell'involucro vengono esaltate dalle scelte impiantistiche ed, in particolare, dall'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaico; scambio geotermico a bassa entalpia) e dall'uso di pompe di calore ad alta efficienza, con recupero di calore. È stata prevista la realizzazione di un impianto centralizzato in locale ct interrata in cui vi sono gli impianti geotermici ed al piano terra vi è locale per gli impianti elettrici (contatori).

Gli alloggi hanno idoneo sistema di riscaldamento e raffrescamento a pavimento che utilizza pannelli radianti.

Ogni unità abitativa potrà dotarsi di contabilizzatore di calore per determinare la ripartizione dei singoli consumi energetici. L'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria, ridurre l'inquinamento indoor e incrementare ulteriormente l'efficienza energetica, ha consigliato di adottare un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore, caratteristica che favorisce anche l'installazione di un impianto di climatizzazione estiva, combinandosi alla perfezione con i pannelli radianti a pavimento.

L'impianto centralizzato produrrà anche l'acqua calda sanitaria per tutte le unita immobiliari del modulo abitativo verticale.

Sulla copertura dell'ingresso carrale/pedonale saranno collocati pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di circa 14 kWp utili al soddisfacimento del fabbisogno dell'impianto geotermico che consente di sfruttare il calore del sottosuolo per cederlo agli ambienti da climatizzare, utilizzando pompe di calore reversibili, che si attestano su Cop pari anche a 4,5.

Nel rispetto delle normative regionali e statali l'installazione dei pannelli solari termici e fotovoltaici avverrà in una struttura esterna utile a coprire la rampa all'interrato ma compenetrata con l'ingresso pedonale.

 

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