“Ho dimenticato i miei estetismi modernistici per potermi meglio raccogliere, pellegrino ospite, a godere dell'intimità di un ambiente alpino”
Mario Cereghini - “ COSTRUIRE IN MONTAGNA” ARCHITETTURA E STORIA - 1950
Già dal 1955 ,per A. Voellmy, la Valanga è considerata un fluido.
La morfologia della zona poco consente opere di difesa attive in caso di valanga;per mantenere l'edificio in sicurezza,e si è quindi optato per una difesa passiva ,più che di arresto e frenaggio ,con una forma dell'edificio stesso che consenta alla valanga di scivolargli attorno e ciò in caso di fenomeno nevoso e , se la valanga fosse dovuta a caduta o rotolamento di rocce, la doppia pelle(costituita dalla copertura esterna e da una muratura interna che delimita gli spazi abitabili) possa essere salvaguardia del complesso con la “pelle” esterna che assorbe gli urti.
L'edificio adattato a questa soluzione con il suo involucro in questa logica di adeguamento, e non di contrasto ( al fenomeno “Valanga”), ha in realtà due fronti:
- verso valle lineare , a tutt'altezza , che si accosta all'edificio esistente, costituito da una facciata in doghe lignee in cui le ante delle aperture,sfalsate tra piani, ne riprendono il disegno facendo si che una volta chiuso il rifugio l'intera parete appaia lignea
- verso monte a riprendere la stratificazione della neve e attuando quell'adeguamento alle “Valanghe” ed ,orograficamente, seguendo l'andamento delle rocce soprastanti; su tale fronte, oltre all'ingresso(quasi l'accesso ad un igloo), poche aperture si concedono
ai due “fronti” corrispondono altrettanti materiali:
- Il legno della facciata panoramica più aperta verso la Valle
- Il cemento della copertura ,colorato in un impasto bianco sporco e con inserti di roccia frantumata, che riprende il colore e la matericità della neve dei ghiacciai.
Gli interni lignei con travature e soffitti ,che per la parte di copertura riprendono anche funzionalità di casseratura, ripercorrono la tradizione dei rifugi e delle baite alpine.
La zona “pubblica” del piano terra diventa quasi la “tana degli HOBBIT”,nella sua rappresentazione filmica, con le varie stube ripartite e con centro la zona camino e l'adiacente deposito legna che funge da zona relax ed attesa direttamente unito all'area bancone /cassa.
La struttura lamellare ( travi e solai) sarà sagomata adattandosi alla forma della copertura mentre , tra la copertura e la muratura interna, un “sottotetto”areato ,oltre che da zona di protezione,farà da filtro isolante.
I tre piani previsti hanno murature portanti dipartenti daii muri del cantinato esistente mentre il passo dei pilastri , al fine di maggiormente distribuire i carichi, sarà ridotto dando così all'insieme elevata portanza anche alle spinte di un carico nevoso eccezionale.
Tra il rivestimento ed i muri esterni saranno installati gli ancoraggi metallici utili ad agganciare i muri stessi alle rocce su cui sorge l'edificio.
Dalla copertura emergono tre elementi : i due corpi scale con le uscite di sicurezza , in caso di valanga, tramite scalette a pioli agganciate al rivestimento ed il camino con sagomatura paravalanga.
L'edificio si amalgama al contesto naturale in cui è inserito , ne attua continuità e grazie all'utilizzo del bianco dell'involucro ne accentua il concetto di inserimento ambientale e paesaggistico anche grazie alla forma complessa che ricalca la neve sulle rocce.
Per la distribuzione interna degli spazi e delle destinazioni si è optato per avere al piano terra,almeno un blocco di wc accessibili anche dall'esterno con piccolo deposito racchette e panca di riposo;vi sarà ,oltre alla scala principale,un'ulteriore scala con uscita di sicurezza che collegherà direttamente ,oltre ai corridoi camere, il bivacco posto al piano primo; con il portico verso valle, la scaletta esistente nel muro di contenimento del piazzale e con il balconcino verrà creato il collegamento tra il nuovo blocco e quello esistente.
L'edificio sarà scalato in modo che i piani superiori vadano ad arretrarsi verso lo spuntone roccioso soprastante diminuendo le zone di possibile riempimento da valanga e ai lati vi saranno :una parte raccordata in cls ,in prosieguo della copertura, a protezione del sentiero d'arrivo e un parte ,tra il bivacco attuale e la parete rocciosa,con rete paramassi lasciando utile percorso sul retro delle strutture edificate.
Progettisti: archh. Diego Toluzzo (capogruppo), Magni Carlo, Vincenzo Spreafico, ing. Armando Russo